Castrogno, suicida il caldaista che ammazzò imprenditore per una lite stradale a Giulianova

Dante Di Silvestre era in semilibertà: si è impiccato in un cortile. Scontava 12 anni per il delitto di Paolo Cialini

TERAMO – Tragedia nel carcere di Castrogno nel tardo pomeriggio di oggi, quando un detenuto si è tolto la vita impiccandosi. A trovare il corpo di Dante Di Silvestre, 63enne caldaista di Mosciano Sant’Angelo, è stato un altro detenuto che, come lui, godeva del regime della semilibertà per buona condotta.

I soccorsi sono stati inutili: il corpo era ormai senza vita e al medico di guardia del reparto sanitario interno alla casa circondariale non è rimasto altro che constatarne il decesso.

Dante Di Silvestre era in carcere dal novembre 2018, quando era rientrato a seguito della condanna definitiva emessa dai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila a 12 anni, due mesi e 20 giorni (in riduzione dai 14 inflitti in primo grado), per l’omicidio volontario dell’imprenditore giuliese di Giulianova Paolo Cialini, 41 anni, al termine di un diverbio scoppiato per motivi stradali. La Cassazione aveva rigettato il ricorso con cui la difesa dell’artigiano tendeva a trasformare l’omicidio da volontario in preterintenzionale.

Il delitto, nel giugno del 2016, fece scalpore. Di Silvestre colpì la vittima con una coltellata al cuore, sotto gli occhi della figlioletta di 6, rimasta nell’auto del papà, all’incrocio tra viale Orsini e via Verdi. Di Silvestre dopo la condanna di primo grado era agli arresti domiciliari. Si è sempre detto pentito di quanto accaduto, non volendo uccidere Cialini, bensì difendersi nel corso della discussione per futili motivi di traffico.

In questi quasi due anni di detenzione si era mostrato un detenuto-modello, al punto da ottenere la semilibertà: poteva uscire dai padiglioni di detenzione ma non dall’area del carcere e lavorava in attività di manutenzione, con l’obbligo di rientro in cella attorno alle 23.